Rurabilandia per la prima volta al Vinitaly da espositori

Rurabilandia per la prima volta al Vinitaly da espositori. Avete portato il vostro vino?

Abbiamo reso questo Vinitaly speciale e inclusivo. Siamo venuti due anni fa da spettatori e quest’anno invece i nostri ragazzi aiuteranno i produttori nella mescita del vino, dando quell’accoglienza, quel calore in più che è proprio loro, che li contraddistingue.

Intanto, siete stati accolti dall’assessore regionale Imprudente, dal consorzio, insomma c’è stato un momento di accoglienza molto bello e anche divertente, sì.

Molto divertente. Alcuni sono inseriti sul lavoro con i nostri operatori, nei seguenti servizi che abbiamo da fare.

Siete preoccupati per il lavoro che vi aspetta in questi giorni? Vi vedo già in divisa, siete precisi.

Eh sì, noi siamo molto stanchi, ma ormai è del nostro ruolo.

E quanti siete, più o meno, voi ragazzi di Rurabilandia presenti al Vinitaly?

Cinque.

Avete fatto un vino a marchio Rurabilandia che poi però è stato prodotto da un’azienda?

Sì, allora il vino è rosso e bianco e l’abbiamo fatto noi ragazzi di Rurabilandia.

È importante per voi partecipare con un vostro vino, con il vostro marchio al Vinitaly?

Certo, anche per lavorare è importante.

Non più semplici spettatori, come è capitato gli anni passati, ma siete protagonisti quest’anno.

Sì, sì.

La vostra partecipazione quest’anno al Vinitaly è importante anche dal punto di vista dell’inserimento lavorativo di questi ragazzi?

Esatto, perché con la partecipazione qui oggi, ma con tutte le attività che questi ragazzi svolgono, sono stati in grado di dimostrare a tutta la società che sono molto più della loro disabilità, ma che sono in grado di raggiungere la felicità in modo produttivo, facendo appunto impresa.

Insomma, ormai è diventato un amico dei ragazzi di Rurabilandia.

Come si può non essere amici di questi ragazzi che, nel gioco delle parti, sono delle persone che hanno comunque bisogno, voglia e il desiderio più grosso è quello di inserirsi in una comunità? Quindi, se uno poi li chiama fuori, scusatemi, ma è ignoranza. Allora, l’inclusione non è direi, ma entrare e portare insieme un qualcosa di superiore, di più bello, di più vasto. Ecco.

Questa mattina quando lei è arrivato, erano entusiasti. A parte che lei viene accolto come una star ovunque, ma in questo caso questi ragazzi proprio li ha resi felici.

È nato un rapporto. Se tu ti chiami fuori da questo tipo di immediatezza? Io avevo una madre che mi diceva: “Vai, incontra le cose con la curiosità e non con la diffidenza”, e questo mi è rimasto. E quindi, eccoci qui.